Introduzione

Miglioramenti Ambientali a fini faunistici

1.1 - Mantenimento e/o ripristino di elementi fissi del paesaggio

1.2 - Le specie da utilizzare

1.3 - Selezione delle aree

2. - Semina di “colture a perdere”

3. – Posticipazione dell’aratura o dell’interramento delle stoppie

 

 

 

Introduzione

Nei tempi remoti buona parte dell’agro brindisino era costituito da una fitta foresta, come ad esempio la cosiddetta “Foresta Oritana”, che comprendeva i comuni di Villa Castelli, Francavilla Fontana, Oria e Latiano, della quale ci sono state tramandate notizie dagli atti conservati negli archivi notarili e da pubblicazioni di carattere storico-economico.

Attualmente i boschi coprono soltanto l’1% del’agro della provincia di Brindisi, anche se si possono ancora osservare piccole plaghe naturali nelle zone meno antropizzate, lungo i tratturi di campagna ed i muri a secco. Questa situazione iniziata con le trasformazioni legate all’economia dei tempi dei borboni è stata successivamente aggravata dalla Riforma Agraria del 1950, che ha incentivato le opere di disboscamento del Mezzogiorno.

Le possibilità di intervento concreto per migliorare le condizioni accennate e per promuovere quelle di interesse faunistico appaiono legate soprattutto alla diffusione dei miglioramenti ambientali.

Le diverse tipologie di miglioramento dell’ambiente hanno una importanza determinante per il rifugio, la nidificazione e l’alimentazione per molte specie selvatiche. Per i galliformi in particolare, i microambienti delle siepi e degli arbusti risultano un sito preferenziale di nidificazione oltre che un importante luogo di rifugio dall’attacco dei predatori. A ciò va aggiunto il fondamentale apporto alimentare garantito da questi elementi, nel periodo autunnale e invernale, ad una ampia gamma di passeriformi. La loro presenza e diffusione favorisce l’indice di diversità ambientale di un determinato territorio e lo sviluppo del cosiddetto “effetto margine”. Ciò consente l’instaurarsi di una fauna più ricca qualitativamente (numero delle specie presenti) e quantitativamente (numero di individui per specie e biomassa complessiva).

Oltre agli effetti benefici di tipo faunistico tali interventi svolgono altre funzioni utili per l’ambiente e le produzioni agrarie, tra cui la riduzione dell’erosione del suolo, la funzione di barriera frangivento, l’incremento della presenza di insetti pronubi e di predatori-parassiti dei fitofagi.

 

Miglioramenti Ambientali a fini faunistici

Con il termine Miglioramenti Ambientali a fini faunistici si intende definire quelle misure che hanno lo scopo di incrementare o ripristinare condizioni dell’habitat favorevoli alla fauna (risorse alimentari, zone di rifugio e siti di riproduzione) e di ridurre o eliminare gli impatti più significativi causati dalle attività antropiche presenti sul territorio.

Dal punto di vista tecnico, la realizzazione di questi interventi si differenzia a seconda:

- dell’area geografica e del tipo di habitat;

- delle specie selvatiche che si intende tutelare o favorire.

Un aspetto essenziale è quello di conciliare l’esigenza di fare agricoltura in modo economicamente vantaggioso con la possibilità di conservare la fauna selvatica caratteristica dell’ecosistema agricolo,.

E proprio nel tentativo di contemperare queste esigenze l’A.T.C. di Brindisi ha promosso attraverso bandi di concorso interventi volti a migliorare l’habitat, a mezzo di incentivi da erogare ai proprietari e/o ai conduttori dei fondi rustici.

 

I BANDI PUBBLICATI NEL 2004

 

Gli interventi più significativi proposti dall’A.T.C. per le caratteristiche del territorio della provincia di Brindisi, per le specie di fauna selvatica presente durante il periodo migratorio e per le specie di fauna selvatica stanziale di particolare interesse per l’A.T.C. BR/A sono quelli a seguito indicati:

1.      Messa a coltura, mantenimento e/o ripristino di elementi fissi del paesaggio di valore ambientale e faunistico, come ad esempio: le siepi, gli arbusti, i cespugli, gli alberi, i frangivento, i boschetti, le vecchie sistemazioni agricole, i laghetti, ecc..

2.      Semina di “colture a perdere” e/o rinuncia alla raccolta di certe coltivazioni su appezzamenti di piccola estensione;

3.      Posticipazione, per quanto possibile, dell’aratura o dell’interramento delle stoppie e controllo della pratica della loro bruciatura.

 

1.1 - Mantenimento e/o ripristino di elementi fissi del paesaggio

I miglioramenti dell’Habitat, consistono nella realizzazione di micro habitat e/o dielementi fissi del paesaggio, composti essenzialmente da specie arbustive, favorevoli alla frequentazione della fauna selvatica: boschetti e siepi che sono importanti elementi del paesaggio.

L’A.T.C. conscia dell’importanza degli effetti prodotti da questi interventi sulla fauna selvatica ha finanziato in sette anni ben 24 interventi per un importo complessivo di €. 228.155,83 (tab. 1) 

 

ANNO

N. INTERVENTI

IMPORTO

1998

4

€. 39.081,09

1999

3

€. 27.347,01

2000

2

€. 23.416,16

2001

2

€. 31.796,81

2002

4

€. 38.577,72

2003

4

€. 37.837,04

2004

5

€. 30.100,00

TOTALE

24

€. 228.155,83

TAB. 1 - CONTRIBUTI PER MIGLIORAMENTO DEGLI HABITAT

 

Essi svolgono diverse funzioni ecologiche per la fauna selvatica e l’ecosistema agricolo:

- rifugio: numerosi uccelli usano le siepi come luoghi di nidificazione e come corridoi per muoversi nell’aperta campagna e come siti dai quali delimitare attraverso i canti i propri territori riproduttivi;

-  alimentazione: forniscono cibo alle lepri ed a numerosi uccelli.

Il loro ruolo ecologico può essere maggiore o minore a seconda delle specie vegetali impiegate, ad esempio da studi effettuati si è evinto che il biancospino offre supporto per 209 specie di insetti, il prugnolo a 153, il faggio a 98 e l’acero a campestre a 51.

 

1.2 - Le specie da utilizzare

La scelta delle specie arboree ed arbustive da piantare e la loro associazione, deve essere accurata ed attuata in modo da non immettere nella zona interessata elementi estranei alla vegetazione locale, sono infatti da privilegiare le specie autoctone, anche se alcune specie naturalizzate si possono prestare bene ad una utilizzazione a scopi naturalistici e faunistici. E’ importante conoscere la vegetazione potenziale della zona o esaminare i relitti di boschi e siepi ancora esistenti e considerare anche le condizioni climatiche. E soprattutto nel caso delle specie naturalizzate occorre verificare la rispondenza delle stesse al microclima locale

I miglioramenti possono essere realizzati sia mediante la semina, sia mediante la piantagione di piante di piccole dimensioni o aventi già le caratteristiche di una pianta adulta.

La semina diretta è particolarmente indicata per le specie fittonanti, come le querce, consente di ottenere piante più resistenti alla siccità, di forma migliore, con costi di impianto nettamente inferiori alla piantagione. L'ambito di impiego ideale della semina riguarda la realizzazione di vaste superfici, cui non è richiesto un effetto paesaggistico immediato. L'utilizzo di piante giovani di piccole dimensioni, è più frequente, poiché è possibile ottenere subito un certo effetto. Le piante arboree ed arbustive impiegate devono essere robuste e di altezza oscillante tra i 50 e 100 cm, così da risentire in minor misura della competizione delle piante infestanti (Foto 1.1, 1.2 e 1.3)

 

FOTO 1.1

FOTO 1.2

FOTO 1.3

 

La messa a dimora di piante "esemplari", che presentano le medesime caratteristiche estetiche e funzionali degli alberi maturi, comportano costi di acquisto molto elevati ed assidue cure colturali, ed è pertanto poco usata negli interventi realizzati dall’A.T.C. BR/A.

Considerando le diverse situazioni del territorio della provincia di Brindisi, l’A.T.C. non ha fornito (volutamente) indicazioni sulle specie da preferire, preferendo lasciare libera scelta ai proprietari, che hanno inteso realizzare tali interventi sulle loro proprietà, di proporre le specie più indicate per l’area interessata, fermo restando comunque che le richieste ed i relativi progetti sono stati oggetto di attento esame e valutazione da parte della Commissione per i Miglioramenti Ambientali dell’A.T.C. BR/A.

 

ZONA LITORANEA

ZONA DEL RETROTERRA

ZONA COLLINARE

Alterno, alloro, corniolo, corbezzolo, ginestra odorosa, ginepro, ligustro, lentisco, sanguinello, viburno o lentaggine

Azzeruolo, biancospino comune, caprifoglio, corniolo;edera, frangola, ginepro comune, rose selvatiche, sanguinello, vitalba, prugnolo

Biancospino comune, caprifoglio, corniolo, ciliegio selvatico, colutea, edera, ginepro, maggiociondolo, nocciolo, rosa, sambuco nero, sorbo domestico, cicardello, tasso

SPECIE CON BACCHE ADATTE AD ATTRARRE GLI UCCELLI SELVATICI

 

 

In linea generale appare comunque utile prescrivere l’alternanza di specie sempreverdi con specie caducifoglie e prevedere anche l’impianto di alcune in grado di produrre frutti eduli per favorire l’alimentazione dei selvatici.

 

1.3 - Selezione delle aree

Anche nella selezione delle aree l’A.T.C. ha preferito, nel momento della presentazione dei progetti, lasciare libera scelta ai proprietari dei terreni, ma in sede di esame dei progetti ha escluso i terreni ritenuti idonei da un punto di vista faunistico-territoriale. Nel senso che la selezione delle aree di intervento si è basata sulla programmazione faunistico-territoriale già esistente. In base a tale criterio gli interventi devono essere realizzati preferibilmente nelle aree di maggiore interesse faunistico per le finalità dell’A.T.C. BR/A, sono inoltre considerati prioritari tutti quegli interventi volti alla creazione o al ripristino di Siepi, Boschetti e piccole Zone Umide.

 

ESEMPIO DI PROGETTO PROPOSTO

 

ESEMPIO DI TECNICHE DI IMPIANTO

 

N.

ANNO

UBICAZIONE

LOCALITA’

CONTRIBUTO

EROGATO

N. PIANTE

MESSE A

COLTURA

ALTRO

1

1998

Brindisi

Cerano

€. 20.407,25

1.679

//

2

1998

Brindisi

Lucci

€. 14.857,23

412

//

3

1998

Ostuni

Mangiamuso

€. 3.816,62

300

//

4

1999

Oria

Argentone

€. 3.979,71

270

//

5

1999

Ostuni

Casamassima

€. 13.417,14

415

//

6

1999

Ostuni

S. Benedetto

€. 6.185,19

442

//

7

1999

Ostuni

Alberizio

€. 3.764,97

300

//

8

2000

Brindisi

Pigna Flores

€. 7.189,08

400

//

9

2000

Francavilla Fontana

Masseria Polone

€. 16.227,08

1.300

//

10

2001

Brindisi

Restinco

€. 18.549,07

520

//

11

2001

Brindisi

Cafaro

€. 13.247,74

620

//

12

2002

Fasano

Monte Pizzuto

€. 11.259,52

800

//

13

2002

Carovigno

Grottagiuliano

€. 3.523,20

300

//

14

2002

S. Pancrazio Salentino

Guardioli

€. 10.795,00

800

//

15

2002

Ceglie Messapica

Tarturiello

€. 13.000,00

2.240

//

16

2003

Latiano

Caputi

€. 9.563,00

562

//

17

2003

Ostuni

Cesaresei

€. 9.565,00

790

//

18

2003

Brindisi

Putrinella

€. 9.182,04

550

//

19

2003

Ostuni

Lamacoppa Piccola

€. 9.527,00

700

1 Stagno

20

2004

Ostuni

Conca d'Oro

€. 7.000,00

400

1 Stagno

21

2004

Torre S. Susanna

Coccoli

€. 4.500,00

250

//

22

2004

Brindisi

Fra' Vito

€. 5.850,00

300

//

23

2004

Fasano

Monte Pizzuto

€. 5.350,00

620

//

24

2004

Francavilla Fontana

Bosco Bottari

€. 7.400,0

600

1 Stagno

TOTALE

€. 228.155,84

15.570

3 Stagni

GLI INTERVENTI FINANZIATI DALL’A.T.C. BR/A

 

 

2. - Semina di “colture a perdere”

La situazione dell’ecosistema agricolo è stata aggravata dall’abbandono di quelle pratiche agricole (colture promiscue, rotazione, ecc.) come ad esempio la tra semina, ossia la semina di una leguminose (erba medica, lupinella, trifoglio, ecc.) in associazione con un cereale (a semina primaverile, come l’orzo.

Proprio la progressiva rarefazione di questa coltura così ricca di insetti, ha svolto un ruolo determinante nella scomparsa di specie quali la starna, l’allodola ecc.

L’A.T.C. ha cercato di porre riparo a questa situazione, promovendo degli incentivi per il cosiddetto “Maggese Faunistico”, pratica agricola ormai abbandonata.

 

ANNO

IMPORTO EROGATO

1997

€. 2.493,45

1998

€. 20.026,13

1999

€. 18153,98

TOTALE

€. 40.673,56

INCENTIVI EROGATI PER IL MAGGESE FAUNISTICO

 

Questa è una pratica consistente nella semina di miscugli erbacei (vedi Tabella successiva) su terreni di piccole estensioni, prediligendo una ubicazione ai margini degli stessi, con obbligo dei proprietari di astenersi dallo sfalcio, dalla trinciatura, dal sovescio, dal diserbo, e comunque da qualunque pratica agricola di coltivazione per l’anno successivo alla semina.

 

ESEMPIO DI MAGGESE FAUNISTICO

 

MISCUGLI

SEMINA

Dose (Kg/Ha)

Epoca

Erba Mazzolina + Trifoglio

15

Primavera

Avena + Veccia

80

Fine Settembre

Favino + Veccia

100

Ottobre

Mais + Miglio

25

Aprile – Maggio

Pisello + Avena o Segale

150

Settembre

MISCUGLI ERBACEI (DA DOCUMENTI TECNICI N° 16 – GENGHINI M. – 1994)

 

3. – Posticipazione dell’aratura o dell’interramento delle stoppie

Le stoppie di cereali rappresentano un ambiente di interesse per le specie selvatiche in quanto ricco di semi di graminacee, caduti al momento della raccolta, e superficie di sviluppo di piante avventizie e degli insetti appetiti dalla selvaggina. La loro immediata aratura ed interramento, in previsione della preparazione del terreno per le semine autunnali o primaverili, risulta negativa anche se avviene in un periodo, quello estivo, in cui generalmente l'ambiente offre sufficienti fonti alimentari alternative.

 

ESEMPI DI PERMANENZA MANCATA ARATURA DELLE STOPPIE

 

Se l'interramento delle stoppie è negativo, la loro bruciatura lo è doppiamente in quanto oltre a distruggere le risorse alimentari presenti sul terreno, provoca perdite dirette tra i selvatici.

Al fine di evitare questo tipo di interventi l'A.T.C. BR/A ha elargito incentivi a favore dei proprietari o conduttori di fondi rustici che si impegnano a prolungare il mantenimento delle stoppie sino al 30 settembre.

 

ANNO

IMPORTO EROGATO

1997

€. 12.518,92

1998

€. 43.277,02

1999

€. 13.634,46

2001

€. 17.542,34

2002

€. 18.079.,96

2003

€. 18.320,00

2004

€. 18.210,75

TOTALE

€. 123.503,49

INCENTIVI EROGATI PER LA MANCATA E/O POSTICIPATA ARATURA DELLE STOPPIE

 

 

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