Introduzione

I ripopolamenti

Le immissioni dell’A.T.C. BR/A

Periodo di immissione

Individuazione e miglioramento delle aree più idonee

Provenienza e qualità degli animali

Lotta contro i predatori

Lotta contro il bracconaggio

Tecniche di immissione

Costo delle lepri

 

 

 

Introduzione

La lepre rappresenta la specie stanziale storica della provincia di Brindisi, anche se, pur trovando in questa idonee condizioni ambientali, all’inizio dell’attività dell’A.T.C. BR/A incontrare una lepre nelle campagne brindisine era un evento più unico che raro. Infatti già dopo l’ultimo conflitto bellico, come d’altronde in tutte le regioni centro-meridionali, la situazione della popolazione della lepre è stata caratterizzata da una graduale riduzione di densità, che intorno al 1970 si è notevolmente ridotta, fino a fare ritenere nel 1996 la lepre quasi del tutto estinta.

Tra le cause che nel volgere di questi anni hanno determinato un decremento della popolazione della lepre si possono annoverare:

- le modificazioni quali-quantitative ambientali, dovute agli attuali tipi di coltivazione, che hanno comportato una notevole riduzione della diversità ambientale e delle superfici coltivate, portando con se la meccanizzazione e l’uso dei pesticidi;

- l’aumento dei predatori, tra cui i cani randagi e le volpi;

- l’aumento dell’antropizzazione rurale;

- l'’incremento della rete di strade asfaltate;

- l’inquinamento industriale.

La lepre originaria dell’areale brindisino si presentava con le seguenti caratteristiche: notevole grandezza della testa, mantello di tono più fulvo e la zona del groppone più scura, che continua nella striscia nera della coda.

 

I ripopolamenti

L’inizio delle attività di ripopolamento delle lepri in Italia è attestato sin dall’inizio del secolo scorso, esso è iniziato in Toscana ed in altre zone dell’Italia centrale, con lepri provenienti dall’Austria ed in generale dall’Europa dell’Est, ma anche con soggetti di cattura nazionale.

La pratica del ripopolamento rispondeva a più esigenze, innanzitutto a quella di incrementare il numero delle lepri, poi a quella di rinsanguare le lepri per migliorare la fertilità delle lepri indigene ed aumentarne la taglia, infatti soprattutto quelle presenti nel meridione erano di taglia più piccola rispetto a quelle dell’Est Europa.

L’aumento progressivo del numero dei cacciatori, avutosi nella seconda metà del secolo scorso, unito alla progressiva riduzione della riproduttività naturale della lepre, per i motivi  già sopra accennati, ha indotto ad un ricorso sempre più massiccio del ripopolamento cosiddetto artificiale, con lepri importate inizialmente dall’Est Europa e successivamente dal Sud America.

Sono molti i fattori da tenere in considerazione prima di intraprendere un’attività di ripopolamento: la provenienza, l'età e le condizioni sanitarie dei soggetti al momento del rilascio, l'epoca e il sito di rilascio.

Gli animali utilizzati per le immissioni possono essere di diverse origini:

-  lepri di cattura locale;

lepri di allevamento (lepri adulte o leprotti con o senza fase di preambientamento);

-  lepri d'importazione;

Per quanto riguarda le immissioni di lepri di cattura locale è da mettere in evidenza che questa è un’ipotesi scolastica, scarsamente realizzabile, visto che in Italia vi sono pochi esemplari selvatici.

Le immissioni con lepri di allevamento si caratterizzano per una scarsa sopravvivenza delle stesse che si attesta intorno al 10% di quelle immesse, mentre il ripopolamento con lepri d'importazione è più efficace, in quanto queste, essendo prelevate da ambienti selvatici non incontrano difficoltà nell’ambientarsi nel territorio libero.

 

Le immissioni dell’A.T.C. BR/A

Visto che nella Provincia di Brindisi non vi è stata l’istituzione di idonee zone di ripopolamento e cattura, che avrebbero permesso un naturale ripopolamento delle aree limitrofe ad esse, si è dovuti ricorrere alle immissioni di capi provenienti da altri siti.

L’A.T.C. BR/A ha immesso dal ’96 al 2005 ben 6.157 lepri, delle quali n. 146 di cattura locale, n. 418 leprotti (gg. 90)di allevamento e ben n. 5.593 lepri di cattura provenienti dall’Europa dell’Est, così come meglio riportato nella seguente tabella 1.

Queste immissioni hanno prodotto un risultato apprezzabile, tanto che ora esistono aree ove è possibile osservare una buona densità della specie, soprattutto in aree non interessate da estese monocolture, e caratterizzate da colture in rotazione e foraggiere. Ciò è anche dimostrato dai contributi, a titolo di risarcimenti in conto danni, che l’A.T.C. ha dovuto liquidare agli agricoltori, per i danni arrecati dalle lepri alle colture, così come in dettaglio riportato nella seguente tabella 2 (Foto 1.1, 1.2, 1.3, 1.4).

 

DATA

N. CAPI

RAPPORTO

CARATTERISTICHE

IMPORTO

14/05/96

146

1 M / 2 F

DI CATTURA — ITALIA

€. 21593,37

31/01/97

400

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 74.140,40

11/07/97

418

1 M / 2 F

LEPROTTI D’ALLEVAMENTO

€. 35.478,08

01/02/98

500

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 119.177,08

01/02/99

550

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 132.216,86

02/02/00

620

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 126.480,08

01/02/01

707

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 117.768,50

02/02/02

809

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 127.739,84

08/02/03

810

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 165.123,36

01/02/04

633

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 118.098,37

02/02/05

564

1 M / 2 F

DI CATTURA — EST EUROPA

€. 114..200,88

TOTALE

6.157

 

 

€. 1.152.016,82

       TAB. 1 - LEPRI IMMESSE NELLA PROVINCIA DI BRINDISI DALL’A.T.C. BR/A DAL 1996 AL 2005

 

 FOTO 1.1      

FOTO 1.2

FOTO 1.3

FOTO 1.4

                                                                        

ANNO

N. RISARCIMENTI

IMPORTO

2001

3

€. 1.611,35

2002

1

€. 678,00

2003

9

€. 2.482,80

2004

5

€. 1.810,00

TOTALE

18

€. 6.582,15

TAB. 2 - RISARCIMENTI IN CONTO DANNI

 

 I tecnici dell’A.T.C. BR/A, data l’intensa attività gestionale di questi ultimi cinque anni hanno avuto modo di appurare che le lepri che hanno dato migliori risultati, a livello di sopravvivenza e di riproduzione, sono quelle di cattura originarie dall’Est Europa, rispetto a quelle di cattura locale.

E’ appena il caso di far notare che l’A.T.C. BR/A non ha mai immesso lepri provenienti dal Sud America, perché l’enorme differenza tra il clima delle nazioni d’origine e l’Italia comportando grossi squilibri per la biologia degli animali, avrebbe inciso notevolmente sulla loro sopravvivenza e soprattutto sulla loro capacità riproduttiva.

Ogni progetto d’immissione è stato curato nei più minimi particolari da parte dei tecnici dell’A.T.C., prestando particolare attenzione ai seguenti aspetti:

- periodo di immissione;

- individuazione e miglioramento delle aree più idonee;

- provenienza e qualità degli animali;

- lotta contro i predatori;

- lotta contro il bracconaggio;

- tecniche di immissione.

 

Periodo di immissione

Il periodo di immissione delle lepri è quello che va dal 01 al 10 febbraio, periodo che ha molteplici ragion d’essere, così come di seguito meglio riportati:

- Legislazione faunistico venatoria: la  L. R. 27/98 prescrive, ai sensi dell’art. 21, comma 7, che le immissioni di fauna a scopo di ripopolamento possono essere effettuate entro il 31 agosto di ogni anno, cioè nel periodo ricompresso tra la fine e l’inizio dell’annata venatoria (a caccia chiusa);

 - Biologia degli animali: in quel periodo le lepri sono all’inizio della stagione riproduttiva, per cui possono partecipare all’incremento della popolazione;

- Politica di mercato: le importazioni di lepri dell’Est Europa sono permesse sino alla fine di gennaio.

 

Individuazione e miglioramento delle aree più idonee

Un aspetto importantissimo per la buon riuscita di una immissione di lepri è l’individuazione delle zone oggetto del ripopolamento (Fig. 1), per la quale occorre tenere presente vari elementi in considerazione delle esigenze vitali della lepre:

- Tipo del territorio: la lepre europea, oggetto delle nostre immissioni, predilige ambienti aperti, ed i terreni pianeggianti o collinari, fertili e drenati;

- Tipo di colture presenti: la lepre trova una condizione ideale nelle zone coltivate, ove esistano disponibilità alimentari in ogni periodo dell’anno, evita le fitte boscaglie, le foreste troppo estese, le pendici ombrose, i terreni freddi e umidi dove al mattino la rugiada si mantiene a lungo;

- Antropizzazione: l’abusivismo edilizio, assai fiorente nelle nostre campagne, e l’abuso del ricorso alla pratica dei condoni, ha reso sempre più presente la presenza dell’uomo determinando al contempo un frazionamento dei terreni, e rendendo gli stessi poco adatti agli animali selvatici;

- Frazionamento: la lepre come detto preferisce gli ambienti aperti e viene limitata nei suoi spostamenti dai muretti a secco spesso associati dall’abuso di recinzioni con reti metalliche;

- Assenza di predatori: la lepre è oggetto dell’attività predatoria da parte di volpi, cani randagi, e gatti inselvatichiti, e nel caso dei leprotti anche da parte dei gabbiani;

- Scarsità di strade asfaltate: i terreni attraversati da strade asfaltate caratterizzate da un fitto traffico automobilistico e che consentono un'elevata velocità di percorrenza favoriscono gli investimenti degli animali selvatici;

- Controllo del bracconaggio: va tenuto presente che dei terreni siapur vocati per le immissioni di lepri, ma scarsamente controllabili, proprio a causa della loro natura, dalle autorità a ciò preposte favoriscono l’attività dei bracconieri.

Nell’attività di individuazione delle zone per le immissioni, l’A.T.C. BR/A ha avviato un’indagine specifica per verificare l’idoneità dei siti, la quale può essere sintetizzata in tre fasi:

- Nella prima fase sono stati coinvolti i Presidenti dei Circoli Comunali delle Associazioni Venatorie, il cui contributo è stato prezioso, in quanto, conoscendo molto bene il proprio territorio, hanno fornito una prima indicazione delle zone più idonee;

- Nella seconda fase le zone sono state oggetto di sopralluogo da parte dei tecnici dell’A.T.C., allo scopo di verificare l’effettiva rispondenza dei luoghi alle esigenze biologiche della lepre.

- Nella terza fase, attraverso censimenti, si è potuto verificare, in concreto, la idoneità delle zone individuate per le immissioni.

Dall’esperienza del C. di G. dell’A.T.C. BR/A si è constatato:

- che la lepre ha trovato una condizione ideale nelle zone coltivate a vigneto, che garantiscono disponibilità alimentare in ogni periodo dell’anno;

- che l’estensione dell’area vitale necessaria alla lepre è di circa 19 Ha, mentre l’estensione dell’area familiare può variare da 3 a 30 Ha.

L’A.T.C. ha inoltre prestato una notevole attenzione al miglioramento dei siti di immissione, attraverso contributi ai proprietari e/o conduttori di fondi rustici, allo scopo di mantenere habitat adeguati al mantenimento ed alla riproduzione spontanea della fauna.

Gli incentivi stanziati per gli agricoltori dall’A.T.C. BR/A, in questi anni di gestione faunistica, sono stati di tre tipi:

- Maggese faunistico (colture a perdere) consistente nella semina e nella successiva conservazione per almeno un anno di miscugli erbacei (vedi successiva sessione);

- Mancata e/o posticipata aratura delle stoppie, consistente nella mancata aratura delle stoppie dopo la mietitura del grano fino alla fine di settembre (vedi successiva sessione);

- Miglioramento dell’Habitat, consistente nella realizzazione di elementi, essenzialmente specie arbustive, favorevoli alla frequentazione della fauna selvatica (vedi successiva sessione).

 

 

Provenienza e qualità degli animali

Per quanto riguarda la provenienza degli animali, poiché come si è innanzi ricordato è una pura utopia quello di rinvenire lepri di cattura italiane, ci si è orientati verso quelle di cattura dell’Est Europa, ed in particolare della Romania, in quanto ritenute più idonee, rispetto alle altre, ad ambientarsi su un territorio come quello della Provincia di Brindisi.

 

 

Consci del fatto che il buon risultato delle immissioni sia da mettere in relazione più alla qualità degli animali che al numero degli stessi, l’A.T.C. BR/A, ha sempre immesso lepri di prima qualità, e per fare ciò ha curato innanzitutto i bandi di gara, tendendo con gli stessi, a fare una scrematura tra le ditte, apponendo clausole volte tra l’altro a permettere ai tecnici ed al veterinario dell’A.T.C. di attendere gli animali al luogo di frontiera per i controlli di rito (Foto 2.1).

Infatti, sin dal 1998, l’A.T.C. ha ritenuto utile attendere le lepri al confine italiano per poi seguirle nella sede della ditta importatrice, ove procedere alla selezione degli animali, scartando quelli ritenuti inidonei all’immissione, ed apporre loro delle marchette auricolari, utili ai fini del censimento (Foto 2.3, 2.4 e 2.5)

 

FOTO 2.1

FOTO 2.2

 FOTO 2.3

FOTO 2.4

  FOTO 2.5

  

Lotta contro i predatori

L’A.T.C., visto il rilevante numero di volpi presenti sul territorio provinciale, peraltro in costante aumento, a causa del loro scarso valore venatorio, e il fatto che esse costituiscono il pericolo maggiore per le lepri, ha avvertito l’esigenza di intraprendere un’attività volta a contenerne l’aumento, e pertanto già nel 1996 ha provveduto ad approntare un primo regolamento per la gestione della volpe (vedi successiva sessione).

 

Lotta contro il bracconaggio

L’A.T.C., in questi anni si è fatta, altresì carico della lotta contro il bracconaggio, pratica parecchio diffusa nella provincia, e che vede la lepre come massimo oggetto delle attenzioni dei bracconieri, organizzando, attrezzando e finanziando le guardie volontarie appartenenti alle associazioni venatorie ed ambientaliste.

 

Tecniche di immissione

L’immissione inizia nelle prime ore del giorno in piena luce, dopo che la lepre ha trascorso nella sua cassetta almeno un giorno, allo scopo di limitare lo stress dovuto alla manipolazione.

E’ da preferire il mattino, perché così la lepre neoimmessa è indotta a cercare un rifugio nei pressi del luogo di lancio, mentre se immessa in totale o parziale oscurità tende ad effettuare ampi spostamenti ed ad allontanarsi dalla zona di lancio.

Le operazioni vanno eseguite in silenzio, ponendo le cassette per terra ed aprendole, evitando di prendere in mano l’animale, e lasciandolo uscire senza alcuna sollecitazione (Foto 3.1 e 3.2), in un posto caratterizzato da un’idonea copertura vegetale (boschi, cespugli, ecc.) (Foto 4.1 e 4.2) in modo da permettere alle lepri di rifugiarsi con facilità, evitando gli ampi spazi aperti, perché altrimenti le lepri sono indotte a compiere ampi tragitti prima di cercare un rifugio.

 

FOTO 3.1      

FOTO 3.2

                                                                                    

Le lepri vengono immesse nel rapporto di un maschio e due femmine, ed il numero delle lepri per ogni zona deve essere di almeno sei, aumentando così le probabilità di accoppiamento e di riproduzione, infatti si è scoperto che le popolazioni di lepri a densità molto bassa mostrano una perdurante scarsa produttività, senza tener conto del tasso di mortalità che affligge le lepri immesse.

 

FOTO 4.1

 

FOTO 4.2

                                                                                    

Costo delle lepri

Le lepri di cattura dell’Est Europa, liberate dall’A.T.C. BR/A, nel rapporto di 1 maschio / 2 femmine, in questo decennio hanno visto un’oscillazione di prezzo (Tab. 7), con un costo medio di euro 195,77 e con una variazione che va dai 158,92 euro del 2002 ai 244,18 euro del 1998 (Fig. 2).

 

FIG. 2 - COSTO UNITARIO DELLE LEPRI DI CATTURA DELL’EST EUROPA IMMESSE

 

A prima vista, ed agli occhi di chi non conosce il mercato e non è pratico di gestione faunistica, questi costi potrebbero sembrare esagerati, ma se si considerano le migliori possibilità di sopravvivenza e di riproduzione delle lepri di cattura rispetto alle lepri allevate, si comprende facilmente come alla fine sia più conveniente l’acquisto delle lepri di cattura.

 

 

Torna alle news